lunedì 2 aprile 2012

Il villaggio

La donna se ne stava sdraiata sulla terra umida.
Era una notte come tante lì in quel villaggio.
Dalle capanne uscivano vapori di una cucina estinta.
I fuochi in prossimità delle piccole piazze di terra erano accesi e i più anziani se ne stavano lì, con occhi sognanti e voce potente a raccontare ai più giovani fiabe antiche.
Questi ultimi ascoltavano rapiti e le loro menti riuscirono a viaggiare nel tempo e nello spazio, abbandonando anche per pochi istanti quella triste realtà.

La donna se ne stava sdraiata e guardava le stelle.
Intanto le villaggio gli uomini cantavano e le donne danzavano intorno al fuoco intermittente e caldo.
Intorno a quel villaggio la foresta se ne stava in silenzio, nascondendo tra i suoi rami e le sue piante misteri secolari tanto bramati.

La donna se ne stava sdraiata e con la mano si accarezzava il ventre.
Dei cani iniziarono ad abbaiare ad un movimento troppo evidente di un cespuglio.
Un bambino iniziò a piangere, se ne stava in terra, con le mani nel fango.
Qualcuno lo andò a riprendere e lo portò in una capanna, lì in quel villaggio.

La donna se ne stava sdraiata, la creatura scalciò.
Delle giovani stavano cercando di cucinare del riso in una pentolaccia di rame.
Un ragazzo se ne stava al di là della radura, al di là del villaggio, sene stava su un albero e guardava l'orizzonte.
Un uomo robusto stava rientrando, portava con se una succulenta cena.

La donna se ne stava sdraiata, con gli occhi fissi in cielo, accarezzandosi il ventre... la creatura scalciò di nuovo.
Qualcosa si mosse dietro di lei.
Il vento fece sospirare gli alberi.
La luna continuava a splendere lì.

Grida, risate, racconti, mistero... movimenti soavi, il volteggiare delle foglie, il profumo dei fiori, il richiamo degli abitanti della foresta...la vita nella vita.

La donna se ne stava sdraiata, con gli occhi fissi in cielo, guardava le stelle, ma i suoi sogni andavano oltre gli astri splendenti, oltre le nuvole, oltre la luna... i suoi sogni andavano oltre quel villaggio, quella radura... i suoi sogni viaggiavano più veloci del giaguaro, forse anche più veloci del tempo...

La donna se ne stava sdraiata, con gli occhi fissi in cielo, la creatura si mosse di nuovo e la donna iniziò a piangere.
Se ne stava lì, sdraiata.

Una donna bellissima, dai lineamenti perfetti, la pelle morbida e giovane, gli occhi color dell'ambra e i capelli lunghi neri.
Una donna dalla pelle scura, profumata e lucente,
Una donna scalza, dagli abiti di un tessuto fine e colorato.

Una donna se ne stava sdraiata, con gli occhi fissi in cielo, trattenne il respiro e continuò a piangere, si accarezzò il ventre e sognò un futuro migliore per la sua famiglia, per lei, per il suo bambino che sarebbe nato e per quell'uomo, sconosciuto che gli diede in dono quel seme che ora stava germogliando, dentro di lei...
Pensò che forse il suo bambino sarebbe nato come lui, con gli occhi chiari e la pelle bianca come le nuvole.

Sperò in un futuro migliore.... dove il suo bambino non fosse stato preso di mira per il suo colore di pelle, dove il suo bambino non avrebbe dovuto percorrere chilometri solo per trasportare l'acqua al villaggio, dove il suo bambino non avrebbe pianto perchè aveva ancora fame, dove il suo bambino non avrebbe lavorato sino a spezzarsi la schiena, dove il suo bambino non doveva aver paura del proprio padre e dove non poteva temere quello che anche lui era... un uomo.

Tra questi sogni e queste speranze la donna si addormentò, custodendo dentro di se il segreto, facendosi asciugare dal vento le sue lacrime, facendo ora scorrere quei suoi sogni, così lontani dalla sua realtà.

Intanto nel villaggio la vita proseguì.
Gli anziani terminarono le loro storie e i bambini si addormentarono nelle braccia delle loro madri.
Gli uomini si riposarono le membra stanche, dopo un'intera giornata di duro lavoro.
I cani smisero di abbaiare.
Il villaggio aveva terminato il pasto.

La vita proseguì.
I fuochi si erano estinti e le danze terminate.

Ora il villaggio dormiva, sognava un futuro più roseo, più prospero per tutti.

La foresta sospirò e lasciò sognare in pace i suoi abitanti... dopo tutto, tutti hanno il diritto di sperare.

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