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martedì 24 luglio 2012

Giornate fortunate

Esistono giornate piatte, giornate qualsiasi, quelle in cui poco ci si aspetta e poco si crea.
"Giornate noiose" potrebbero chiamarle molti, sarei in accordo con loro se solo non fosse che per me giornate noiose non esistono.
Le giornate noiose sono per chi ha realmente poca inventiva e poco spirito di adattamento verso luoghi e situazioni e non fanno per la sottoscritta.

Sta di fatto che era una giornata quasi vuota, dopo aver ordinato quel che c'era da ordinare e letto quel tanto che bastava, poco rimaneva da fare e troppo tempo per farlo, quindi con la macchinetta fotografica in tasca e pochi spicci decisi di farmi due passi.

La città sapeva di mare e di pioggia e poco restava dell'estate, il lungomare era ormai stato ricoperto dalla sabbia ed un vento si era alzato un bel po', così decisi di correre verso la prima stradina interna, utile più per un riparo di fortuna che per la mia passeggiata.

Era una stradina stretta, con piccole case a destra e sinistra, case lasciate dopo aver pagato l'ultima rata dell'affitto estivo.
L'aria era ferma e stantia, quindi decisi di dar movimento alle mie gambe per uscire da quel posto.
Percorsi qualche decina di metri, camminando lentamente verso l'incrocio e mi fermai di colpo vedendo il secchio della carta (per la raccolta differenziata) pieno di riviste e libri ormai poco recuperabili, gonfiati dalla pioggia, rovinati dal vento, sporcati dalla sabbia e buttati dalla stupidità di qualcuno.

Decisi di fotografare quella scena più per un'avvertenza personale che per ricordo quando lo sguardo cadde al di fuori dal cassettone...
...Proprio ai suoi piedi due libri intatti, un po' sporchi e bagnati, ma integri almeno in apparenza.
Lasciai cadere la macchinetta nella borsa e li raccolsi con estrema cautela.

Uno aveva la copertina rigida, ricoperta di un tessuto ruvido color blu scuro, le pagine interne erano ruvide, spesse e pulite.
L'altro era più piccolo, con una copertina economica e morbida, le pagine interne si erano ingiallite, ma nulla di più.

Erano stati comprati, o forse regalati, letti (forse) e poi buttati dentro quel cassone troppo gonfio per poterli contenere.
Nessuno aveva pensato di regalarli ad altre persone, di donarli a qualche associazione, di portarli in qualche libreria o in biblioteca... li avevano solo presi nel mucchio e gettati via.

Ricordo che iniziò a piovere e non ebbi tempo per pensare a nulla se non a tornare a casa nel minor tempo possibile.

Quella sera, mentre facevo una doccia calda e la camera era illuminata da una lampada ambra e profumata d'incenso, sulla scrivania, stesi uno accanto all'altro, sopra ad un telo grezzo di cotone riposavano:
"Il Giappone ai tempi dei samurai" di Louis Frédéric e "113 antichi racconti giapponesi" a cura di Serena Bisacca, ancora affaticati dalla brutta avventura che hanno affrontato e ancora umidi dalle intemperie che hanno incontrato.

Sotto la doccia sorrisi... ci sono giornate un po' vuote, ma che possono rivelarsi veramente fortunate.



giovedì 19 luglio 2012

The hill - La collina

Il tempo è buono oggi, il cielo è leggermente velato, ma il sole scalda.
Mi trovo seduta su di una sedia di legno, fuori in balcone, e posso vedere sfrecciare le rondini.
Il libro se ne sta sul tavolo, poco distante da me, immobile.
E' un libro non troppo vecchio, dalla copertina rossa e con un disegno famoso come stampa.
E' un testo di poesie, se così si possono chiamare, poesie che raccontano storie, tragiche storie, di uomini vissuti nel peccato o nella morale, persone che hanno lottato per tutta la loro vita, donne vittime di amori e parti, uomini sacrificati per la loro patria... gente ormai morta da tempo.

Sì perché senza la morte questo testo non esisterebbe.

Quello che voglio proporre oggi è la prima poesia di questo meraviglioso libro, leggetela attentamente.

The Hill -  La Collina


Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il fortebraccio, il clown,
il bevitore, l'aggressivo?
Tutti, tutti ora dormono sulla collina.


Uno consunto dalla febbre,
uno si è bruciato nella miniera,
uno fu assassinato in una rissa,
uno è morto in galera,
uno è caduto dal ponte lavorando duro per mogli e figli - 
tutti, tutti ora dormono, dormono, dormono sulla collina.


Dove sono Ella, Kate, Mag, Lizzie e Edith,
la cuor tenero, l'anima semplice, la chiassosa,
l'orgogliosa, la felice? -
tutte, tutte ora dormono sulla collina.


Una è morta di un parto clandestino,
una di un amore contrastato,
una tra le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio ferito, all'inseguimento
del desiderio del cuore,
una dopo una vita passata lontano tra Londra e Parigi
fu riportata al suo piccolo spazio vicino ad Ella e a Kate e
e a Mag - 
tutte, tutte ora dormono, dormono, dormono sulla collina.


Dove sono zia Isaac e zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva potuto parlare
con gli uomini venerabili della rivoluzione? - 
Tutti, tutti ora dormono sulla collina.


Hanno portato i loro figli morti in guerra,
e figlie schiantate dalla vita,
e gli orfani, piangendo -
tutti, tutti ora dormono, dormono, dormono sulla collina.


Dov'è il vecchio Fiddler Jones il violinista
che ha eseguito la vita per tutti i suoi novant'anni,
sfidando neve e pioggia a petto nudo,
bevendo, ribellandosi, che non gli importava nulla di una 
moglie
né dei parenti, né dei soldi, né dell'amore, né del cielo?
Eccolo qui! Che farfuglia del pesce fritto di un tempo,
delle corse dei cavalli di tanti anni fa a Clary's Grove,
di quello che una volta
Abe Lincoln disse a Springfield.




In finale, chi ha vissuto meglio la vita? Chi si è prodigato? Chi si è spaccato la schiena morendo di stenti solo per accontentare gli altri? Chi è tornato a pezzi dopo aver combattuto una battaglia priva di senso e di fine?
Oppure il bevitore Jones?
Meglio morire schiavi delle proprie passioni, della propria religione, della propria terra oppure essere liberi fino alla fine?

A voi l'ardua sentenza.




Note e Curiosità 

La poesia "La Collina" è stata presa dal libro "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Master di cui anni dopo editò un'altro libro dal titolo "Il nuovo Spoon River" che io non ho letto.

Potete trovare questa splendido pezzo riscritto, cantato ed interpretato da Fabrizio De Andrè, contenuto dall'album: "Non al denaro, non all'amore, né al cielo" - 1971  (De Andrè e Spoon River)

mercoledì 18 luglio 2012

La birra portatile

Lo scorso sabato, godendo di una splendida compagnia, mi sono addentrata per i vicoli romani pieni di turisti estasiati e un bel po' accaldati.
Il solo punto ben prefissato nella mia mente era quello di ritornare nella libreria "Altroquando", uno splendido punto di ritrovo per gli amanti dei buoni libri riguardanti il cinema e le arti visive in generale.
E' stato un piacere ritornare a calcare quel pavimento e a sfogliare quei testi che tanto vorrei nella mia, di libreria!
Con mio grande stupore e gioia ho scoperto una sede distaccata e leggermente più grande dell'originale, aperta proprio di fronte alla prima.
Questa sede è ugualmente piccola, ma più ariosa ed illuminata, i testi che vi si trovano sono dei più disparati e vanno dai romanzi, ai manuali, ai libri pop-art... insomma c'è una buona scelta di sfiziosità letterarie.

Ed è proprio di una di quelle sfiziosità che vi parlerò.

Nel reparto "manuali" e "cucina" ho trovato un vero gioiellino per chi, come me, ha bisogno di varie guide per scegliere, scoprire e sperimentare.

Il libro in questione è un manuale che tratta di "birre".

Si presenta come un taccuino dalla copertina rigida e di buona fattura ed un'elastico permette la chiusura.
Le pagine intere sono di una carta bianca, doppia e rifinite con gli angoli arrotondati.
Il contenuto è semplice, comprensibile e ben suddiviso: troviamo una buona introduzione con una breve spolverata sulla storia, per poi addentrarsi più sullo specifico con piccole spiegazioni delle varie miscele e sotto miscele esistenti, con una descrizione accurata su come riconoscere, gustare e dare un proprio parere riguardo alla birra che stiamo gustano o che vorremmo ordinare.

Certo, sicuramente di manuali molto più completi di questo in commercio se ne trovano, ma "The little black book...BIRRA" mi ha attratto proprio perchè pur essendo molto piccolo, è di facile comprensione e consultazione e riesce ad instradarti sulle varie tipologie di birra con spiegazioni brevi e molto chiare.
Consigliatissimo!



Nome: The little black book BIRRA
Categoria: Manuale tascabile / Cucina
Consultazione: Facile ed intuitiva
Copertina: Rigida, con copertura nera ed elastico esterno di chiusura
Pagine: 152, bianche, doppie, buona presa.
Contenuto: Buono

Altro: I capitoli sono suddivisi bene, i sotto capitoli sono ben visibili e i contenuti vengono messi in evidenza.
In generale è un manuale colorato, di stile giovanile,
Buona l'idea di mettere delle pagine dove il lettore può segnare la birra che più gli piace.

Il manuale è editato da Astraea e fa parte della collana "The little black book" (cliccate sul nome per visitare il sito).

Detto questo non posso far altro che lasciarvi, sperando che questo piccolo consiglio vi sia stato di aiuto!
Buona lettura e buona bevuta!
Alla prossima.

Angel


martedì 15 maggio 2012

Letture


Questa rubrica nasce dalla mia passione verso le letture più disparate.

Non voglio trasformare la lettura di un libro, di un racconto
in una seria critica letteraria.
 Mi limiterò, quindi,  a parlare dei testi che mi hanno entusiasmato
e di quelli che potevo fare a meno di aprire,
senza entrare nel dettaglio stilistico, strutturale del testo.

Insomma una chiaccherata
e qualche consiglio letterario senza troppe pretese (per ora)

Buona Lettura