giovedì 19 luglio 2012

The hill - La collina

Il tempo è buono oggi, il cielo è leggermente velato, ma il sole scalda.
Mi trovo seduta su di una sedia di legno, fuori in balcone, e posso vedere sfrecciare le rondini.
Il libro se ne sta sul tavolo, poco distante da me, immobile.
E' un libro non troppo vecchio, dalla copertina rossa e con un disegno famoso come stampa.
E' un testo di poesie, se così si possono chiamare, poesie che raccontano storie, tragiche storie, di uomini vissuti nel peccato o nella morale, persone che hanno lottato per tutta la loro vita, donne vittime di amori e parti, uomini sacrificati per la loro patria... gente ormai morta da tempo.

Sì perché senza la morte questo testo non esisterebbe.

Quello che voglio proporre oggi è la prima poesia di questo meraviglioso libro, leggetela attentamente.

The Hill -  La Collina


Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
il debole di volontà, il fortebraccio, il clown,
il bevitore, l'aggressivo?
Tutti, tutti ora dormono sulla collina.


Uno consunto dalla febbre,
uno si è bruciato nella miniera,
uno fu assassinato in una rissa,
uno è morto in galera,
uno è caduto dal ponte lavorando duro per mogli e figli - 
tutti, tutti ora dormono, dormono, dormono sulla collina.


Dove sono Ella, Kate, Mag, Lizzie e Edith,
la cuor tenero, l'anima semplice, la chiassosa,
l'orgogliosa, la felice? -
tutte, tutte ora dormono sulla collina.


Una è morta di un parto clandestino,
una di un amore contrastato,
una tra le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio ferito, all'inseguimento
del desiderio del cuore,
una dopo una vita passata lontano tra Londra e Parigi
fu riportata al suo piccolo spazio vicino ad Ella e a Kate e
e a Mag - 
tutte, tutte ora dormono, dormono, dormono sulla collina.


Dove sono zia Isaac e zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva potuto parlare
con gli uomini venerabili della rivoluzione? - 
Tutti, tutti ora dormono sulla collina.


Hanno portato i loro figli morti in guerra,
e figlie schiantate dalla vita,
e gli orfani, piangendo -
tutti, tutti ora dormono, dormono, dormono sulla collina.


Dov'è il vecchio Fiddler Jones il violinista
che ha eseguito la vita per tutti i suoi novant'anni,
sfidando neve e pioggia a petto nudo,
bevendo, ribellandosi, che non gli importava nulla di una 
moglie
né dei parenti, né dei soldi, né dell'amore, né del cielo?
Eccolo qui! Che farfuglia del pesce fritto di un tempo,
delle corse dei cavalli di tanti anni fa a Clary's Grove,
di quello che una volta
Abe Lincoln disse a Springfield.




In finale, chi ha vissuto meglio la vita? Chi si è prodigato? Chi si è spaccato la schiena morendo di stenti solo per accontentare gli altri? Chi è tornato a pezzi dopo aver combattuto una battaglia priva di senso e di fine?
Oppure il bevitore Jones?
Meglio morire schiavi delle proprie passioni, della propria religione, della propria terra oppure essere liberi fino alla fine?

A voi l'ardua sentenza.




Note e Curiosità 

La poesia "La Collina" è stata presa dal libro "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Master di cui anni dopo editò un'altro libro dal titolo "Il nuovo Spoon River" che io non ho letto.

Potete trovare questa splendido pezzo riscritto, cantato ed interpretato da Fabrizio De Andrè, contenuto dall'album: "Non al denaro, non all'amore, né al cielo" - 1971  (De Andrè e Spoon River)

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