mercoledì 18 luglio 2012

Il marinaio

Oggi vorrei parlare di un marinaio, non indossa la solita divisa dei marinai di oggi, o la camicia con le righe verticali e i pantaloni stretti che arrivano fino alle caviglie.
Lui è un marinaio strano.
Non possiede una nave, anzi: "Non ho mai navigato... io", dice.

Certo però che dovrà pur aver raggiunto questa spiaggia, il come però mi è ignoto.
Sembra esser arrivato ora, reduce da una tempesta che io non ho visto.

Indossa un abito di lino grezzo dal color avorio chiarissimo. Le maniche della camicia sono larghe e lunghe, stessa cosa per i pantaloni. E' un vestito vecchio, di quelli che non smetti mai di usare, usurato, strappato e logoro in alcune parti, ma pulito.

"E' stata la tempesta" dice.

Questo marinaio va in giro con delle buste di plastica con dentro delle cose.
Non so cosa siano queste cose, ma posso capire, dal modo in cui le trasporta e le poggia, che sono molto importanti e questo mi basta, poco importa come le si trasporta, basta che si hanno dei tesori da custodire, no?

Ho incontrato quest'uomo mentre me ne stavo seduta sul muretto di pietra che da sul mare, in una giornata estiva, calda e limpida.
Si è seduto vicino a me, in silenzio, le mani strette su quelle buste e il viso dritto davanti a se, verso l'infinito.

Il marinaio ha la carnagione scura, bruciata sul volto, stanca, ma lucente e i suoi occhi sono verdi, brillanti...pieni.

Inizia a parlare, guardando sempre l'orizzonte blu.
Lo capisco poco.
Mi dice che non ha mai visto una barca in vita sua, che non ha mai navigato, ma che sta qua, su questa spiaggia per colpa di una brutta tempesta.
Non ha l'aria preoccupata, ma smarrita.
Si guarda intorno come se cercasse un appiglio, ma l'unica cosa che trova è un mare estivo e me.

Non è di certo molto per poter ripartire.

Gli chiedo se vuole essere fotografato, mostrandogli la macchinetta, ma dice di no scostandola con la mano.
Mi sorride, alcuni denti gli sono caduti, ma gli occhi diventano sempre più piccoli, sereni e lucenti.
Ricambio il sorriso e lui accenna un'inchino con la testa.

Inizio a scrivere su questo taccuino, le parole scorrono veloci.
Alzo la testa e lui non c'è più, lo vedo camminare in lontananza con le sue buste, il suo vestito grezzo e splendente sotto il sole ancora alto; lo vedo camminare verso nuove tempeste a me ignote.

Con la speranza che trovi la sua nave o la sua spiaggia per potere finalmente vivere quel mare come tanto vorrebbe io termino questo mio piccolo scritto.

Vi lascio con uno scatto di un mare calmo... ma solo in apparenza, come l'animo umano.

Angel






2 commenti:

  1. Splendido :)

    By StapAOR

    RispondiElimina
  2. Hai il cuore di un poeta... Peccato non si sia lasciato fotografare, avrei voluto vedere anch'io quegli occhi. Ma in qualche modo credo di capirlo... Bellissimo post!

    RispondiElimina